
Smaltire i rifiuti con incenerimento è considerato danno ambientale
posted in News by Cestra Ecologia
Un’ultima sentenza della Corte di Giustizia del 13 luglio 2017 rileva che l’incenerimento di rifiuti è da considerarsi danno ambientale, in quanto non solo inquina fortemente l’aria, ma ha conseguenze dirette e negative ad altri livelli, compromettendo l’ecosistema delle acque e del terreno.
Per chi brucia i rifiuti tossici è previsto il carcere. Il giro di vite dato dal governo negli anni scorsi per arginare il fenomeno della “Terra dei Fuochi” ha portato alla nascita di una nuova misura giuridica, con l’introduzione del reato di combustione illecita di rifiuti. Si tratta di un reato che include la responsabilità di danneggiamento al terreno, ai prodotti alimentari e alla salute pubblica.
Si rischiano fino a sei anni di carcere. Prima dell’introduzione di questi sostanziali cambiamenti era prevista esclusivamente una sanzione pecuniaria. Ora chiunque sia colto in flagrante a bruciare rifiuti abbandonati o posti in luoghi non autorizzati e fuori controllo verrà punito severamente, com’è giusto che sia. Le pene si fanno ancora più dure se i rifiuti sono classificati come pericolosi.
Se i colpevoli sono parte di un’impresa o di un’attività organizzata la pena viene aumentata, proprio per contrastare il fenomeno agghiacciante delle ecomafie, che in Italia colpiscono ancora. Un altro particolare interessante è l’inasprimento della pena se il reato viene commesso in zone interessate dallo stato di emergenza, che vivono condizioni ambientali sufficientemente delicate e preoccupanti per quanto riguarda il settore rifiuti. Se il reato viene compiuto attraverso un mezzo di trasporto quest’ultimo viene confiscato, e anche il terreno che risulti di proprietà dell’autore o di un complice, non prima di aver provveduto all’obbligo di bonifica.
La lotta contro la criminalità organizzata è appena iniziata, le ecomafie meritano una punizione esemplare.